Un articolo appena pubblicato sulla rivista nature medicine riporta i risultati di uno studio clinico con prasinezumab nella malattia nel Parkinson in fase iniziale.
Prasinezumab,un anticorpo monoclonale che lega l'α-sinucleina aggregata, è stato studiato come farmaco che modifica l'andamento della malattia ( in inglese disease-modifying). Nel 2022 erano stati pubblicati i primi risultati di uno studio che non dimostravano l'effetto disease-modifyng, ma una nuova analisi presentata l'anno scorso ha indicato che, sebbene la maggior parte dei pazienti abbia registrato un peggioramento dei sintomi motori nel corso dei tre anni di follow-up, la probabilità di progressione dei sintomi motori era inferiore nel gruppo che aveva iniziato precocemente il trattamento, risultato che ha fatto ipotizzare che il prasinezumab a lungo termine possa contribuire a rallentare la progressione della malattia.
Gli autori ora riportano un'ulteriore analisi statistica dello studio, dalla quale si evince, semplificando molto i risultati, che prasinezumab ha mostrato maggiori benefici sulla progressione dei sintomi motori in sottogruppi di pazienti che avevano caratteristiche di progressione motoria più rapida.
I risultati di queste analisi dovrebbero essere sempre interpretati con cautela, per diverse ragioni, tra le quali il numero piccolo di pazienti appartenenti ai sottogruppi, e la tipologia dell'analisi statistica.
L'azienda produttrice dell'anticorpo sta conducendo un altro studio di fase 2b, che dovrebbe concludersi alla fine del 2026, e che speriamo possa chiarire l'entità di questo effetto sulla progressione del Parkinson.
Fonte: Pagano G, et al. PASADENA Investigators; Prasinezumab Study Group. Prasinezumab slows motor progression in rapidly progressing early-stage Parkinson's disease. Nat Med. 2024 Apr;30(4):1096-1103. doi: 10.1038/s41591-024-02886-y. Epub 2024 Apr 15. PMID: 38622249; PMCID: PMC11031390.